giovedì 28 novembre 2013

Nuova collaborazione con Mulino Marello

 
E' arrivato! Oggi il corriere mi ha consegnato un bel pacco che mi è stato gentilmente inviato dal MULINO MARELLO , un' azienda agricola della provincia di Alessandria.
 
Voglio premettere che non sono mai andata a cercare "sponsor" e prodotti da recensire, un piccolo preambolo che per me rende ancora più speciale questo dono che mi è stato fatto.
 
Tutto è iniziato, infatti, ad Agosto, quando la MULINO MARELLO mi ha contattata via mail, tramite il mio account di twitter, chiedendo se fossi disponibile a conoscere i loro prodotti. Trattandosi di farine, ero interessata e così ho inviato i miei dati. Con molta cortesia, sono stata contattata telefonicamente dalla Sig. ra Rosa, che voleva conoscermi a voce, scambiare due chiacchiere con me, prima di inviare i prodotti.
Ricordo ancora con molto piacere quella chiacchierata, con una donna dalla voce che trasmetteva energia, entusiasmo e passione per il proprio lavoro ma anche tanta intraprendenza e ambizione, che in un periodo di grande concorrenza e allo stesso tempo crisi, non guastano. La voce di chi mette l'anima nel proprio lavoro e ci crede fermamente.
La sig. ra Rosa mi spiegò che la propria azienda era specializzata in farine senza glutine, in particolare di mais, grano saraceno e sorgo, macinate a pietra che io non conoscevo assolutamente e così mi si è aperto un mondo perché non avendo problemi di celiachia, per me sperimentare queste farine sarà davvero una novità, uno "studio" su come sfruttarle al meglio.
 L'altra cosa che mi è piaciuta molto è che l'azienda MULINO MARELLO  non si limita a produrre farine ma si occupa anche dell'intera fase produttiva, con tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale, dalla semina al raccolto alla macinazione, conferendo, così, al prodotto un enorme valore aggiunto.
 
I prodotti che mi hanno spedito mi hanno subito colpita per la confezione: essenziale con un non so che di vintage e contemporaneo al tempo stesso.
 
Si tratta di
 
- farina di mais per pastella
- farina di mais per impanature
- farina di riso
- farina di mais per dolci, integrale
- farina di sorgo, integrale
 
 
Ringrazio davvero tanto la MULINO MARELLO  e mi metto subito all'opera, perché sono troppo curiosa di provare e di far sapere alla Sig. ra Rosa le mie impressioni!!!
 

mercoledì 27 novembre 2013

Biscotti speziati

 
Tra un mese sarà Natale e quest'anno vorrei riuscire ad organizzarmi per regalare ai miei amici più cari, non le solite cianfrusaglie che ormai non se ne può più, ma dei regalini mangerecci, fatti da me. Credo che sia una bella dimostrazione di amicizia, un regalo di questo tipo, perché mi porterà a dedicare il mio (poco) tempo alla preparazione di piccole delizie, piccoli bons-bons e tutto il package (caspita!)  da gustare e che magari addolciranno la bocca a qualcuno (frecciatina acida!!!) o la giornata a qualcun altro ...
Spero solo di riuscire ad organizzarmi per tempo e non fare come ogni anno: compro gli ingredienti, i nastrini, le bustine e le confezioni, per ridurmi all'ultimo minuto a gironzolare per centri commerciali in cerca di un regalo last minute, fatto sì col cuore, ma magari inutile!
 
Per ora inizia la prova assaggio, oltre ai classici biscottini sablè e staffe di cavallo, oppure occhi di bue e bocconotti, mi piacerebbe offrire qualcosa dal sapore insolito, come questi biscotti speziati: cacao, cannella, noce moscata e un pizzichino di zenzero, con l'aroma della buccia di arancia, naturalmente biologica.
 
 
 
A voi la ricettina, sperando vi possa piacere!
 
Per una trentina di biscotti
 
250 gr di farina 00
2 cucchiai di cacao
1/2 bustina di lievito per dolci
100 gr di zucchero di canna
2 uova
100 gr di burro freddo
noce moscata, cannella e zenzero in quantità a piacere
buccia di arancia grattugiata
un pizzico di sale
buccia di arancia grattugiata
 
Impastare tutti gli ingredienti, fino ad ottenere un panetto liscio ed omogeneo. Formare delle palline grandi quanto una noce e disporle su una teglia, foderata con carta forno, ben distanziate. Infornare a 180° per 15 minuti. Appena sfornati, cospargerli con zucchero a velo.
 
 

 

 
 
 
 
 

lunedì 25 novembre 2013

Pane tipo ciabatta

 
 
Se dovesse arrivare la crisi, il pane di certo non mancherebbe a casa mia... bastano un po' di farina, acqua, lievito e sale e la magia della lievitazione. Questa ciabatta è uscita con soli 500 gr di farina: una crosta croccantissima e spessa, come piace a me, e una bella alveolatura.

500 gr di farina (metà manitoba, metà farina tipo 0)
35 gr di lievito madre disidratato
300 gr di acqua
15 gr di sale.

Impastare tutti gli ingredienti e far lievitare al calduccio. Prendere l'impasto lievitato e fare delle pieghe (folding), allungare l'impasto e adagiarlo in una placca, cospargere con farina di grano duro e far lievitare un'altra oretta. Infornare a 250° per 40 minuti. Se la superficie dovesse scurirsi troppo in cottura, coprire con un foglio di alluminio.

mercoledì 20 novembre 2013

Cucina vintage - Fave e cicoria

Non so per voi, ma questi tempi di crisi si riflettono anche sulla mia tavola ... e di conseguenza sull'attività del blog.
Ormai anche per me, come credo per molte famiglie, una necessità fondamentale è il risparmio a partire dalla tavola!
Se fino a qualche tempo f, sperimentavo di più e magari rischiavo anche uno spatascio, ora cerco di andare più sul sicuro e, quando decido di preparare qualcosa di nuovo, finisco col cercare piatti che sicuramente saranno graditi e dal risultato più o meno certo, altrimenti finisco col cucinare piatti tradizionali e rassicuranti.
Le belle foto delle riviste, dei blog, dei libri .. sono davvero una grande tentazione! Ma se dovessi dare sfogo alla mia voglia di stare sempre ai fornelli, andrei davvero in deficit economico!
 
Stasera, mentre facevo queste riflessioni, mi è suonato nelle orecchie un nome: Petronilla. Così, mentre mi arrovellavo il cervello, la mia bimba ha detto "Scusa mamma, cerca su Google no?".. Beata infanzia tecnologica più di me, ho seguito il suo suggerimento. E in effetti le vocine nella mia testa (non preoccupatevi, è un modo di dire ... ) avevano ragione a suggerirmi quel nome. ora ricordo perfettamente:
 
Petronilla era lo pseudonimo di Amalia Moretti Foggia Della Rovere, nata a Mantova nel lontanissimo 1872. Come sostenne lei stessa, non dobbiamo immaginarla come una cuoca professionista ma come una donna che ha iniziato a cucinare, come tutte noi, con la mamma e che poi ha voluto perfezionarsi nella "scienza femminile".
Petronilla fu addirittura la prima donna a laurearsi in medicina in Italia.

 Le fu affidata una rubrica di cucina sul Corriere della sera proprio nel periodo peggiore della storia mondiale: a ridosso tra le due guerre mondiali! Si ritrovò a parlare di cucina quando le "massaie" non avevano praticamente nulla da portare in tavola: la sua rubrica, infatti, era un modo per "sbarcare il lunario mangereccio"; ricette semplici, economiche ma sane e fantasiose.
Naturalmente non siamo in tempi di crisi paragonabili a quelli della Guerra mondiale, ma trovo i consigli di Petronilla tremendamente attuali!
 

 
Nell'attesa di provare una sua ricetta, trovata qua e là nel web, vi propongo una ricetta davvero mooolto vintage, che credo abbia nutrito i miei nonni, ma anche mio padre, i miei bisnonni e chissà quante generazioni di Salentini come me, ma che ancora non può mancare sulle nostre tavole invernali:
 
 
FAVE E CICORIA in chiave più moderna, come presentazione, perché una ricetta come questa non ha bisogno di alcuna modifica!
 
Per 4 persone
 
250 gr di fave secche sgusciate
cicoria fresca adatta per essere cucinata (con le cimette piccole, se non la trovate potete usare anche la bietolina)
olio evo
sale
 
Mettere a bagno le fave per un paio di ore, in acqua fredda, dopodiché scolarle e metterle in un tegame a bollire, con coperchio, per una quarantina di minuti circa. Non fare asciugare completamente l'acqua, perché a fine cottura, dopo aver salato leggermente le fave, le andrete a frullare col minipimer con l'acqua di cottura rimasta, otterrete un bel purè.
 
Bollire la cicoria con l'acqua salata e condirla con un filo di olio.
 
Tagliare con un coppapasta rotondo, dei dischetti di pane casereccio. Scaldare in una padella, un filo di olio e tostare il pane da un lato e dall'altro.
 
Disporre i dischi di pane in un piatto da portata, appoggiarvi sopra il coppapasta e riempirlo col purè di fave tiepido, togliere il coppapasta e guarnire con un giro di cicoria lessa. Condire con un filo di olio e buon appetito!!!!
 
 
 
 

mercoledì 13 novembre 2013

Torta di noci e cioccolato

 

 
Finalmente sono arrivate le belle giornate autunnali. L'avrò detto già in chissà quanti post, ma mi piace l'Autunno: il primo freddo, la pioggia che finalmente bagna la terra secca dell'estate, le sciarpe e la voglia di restare in casa, divano-plaid-tivù ... Dico "Finalmente" perché qui al Sud fino a due giorni fa si poteva ancora andare al mare, per il gran caldo ... avevamo ancora le maniche corte e i giubbottini nei sacchi sotto vuoto, lo specifico prima che i miei lettori che vivono l' Autunno già da due mesi mi prendano per pazza!!!
E così anche in cucina diamo il via agli ingredienti più caldi: un ottimo cioccolato fondente e corposo, la frutta secca, l'aroma fresco e pungente delle arance ...
 
Per esempio, potreste provare la mia torta di noci, in questo caso una ciambella guarnita magari con un ciuffettino di panna fresca. L'importante, come in tutte le preparazioni in cucina, è usare ingredienti di ottima qualità: in questo caso vi consiglio di usare delle noci locali, per evitare di far prendere al dolce (in cui prevale il sapore delle noci) il gusto di "muffa" delle noci industriali, vecchie e molto trattate.
Io ho usato le noci raccolte direttamente dal mio albero...
 
 
 
 Eccovi la ricetta per uno stampo da ciambella non troppo grande
150 gr di farina
150 gr di burro
150 gr di zucchero
150 gr di cioccolato fondente
100 gr di noci
3 uova
una bustina di lievito
buccia di arancia grattugiata
un pizzico di sale
 
Montare il burro con lo zucchero e il pizzico di sale, aggiungere un uovo alla volta, il cioccolato tritato finemente, le noci tritate e la buccia di arancia. Mescolare bene e incorporare la farina setacciata con il lievito. Otterrete un composto molto sodo. Versatelo in uno stampi per ciambella imburrata e infarinata e infornate a 180° per 35 minuti.
Far raffreddare, sformate su un piatto da portata e guarnire con zucchero a velo o panna montata e trucioli di cioccolato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

martedì 5 novembre 2013

Tortelli di pasta matta fritti allo speck, radicchio e ricotta - Della serie Martedì Finger food

 
Della serie, Martedì finger food!!!
Giusto per evitare un po' gli zuccheri, che ultimamente abbondano in dispensa (e nel pancino!), ho deciso di incrementare un po' il salato, per la mia solita voglia di avere qualcosa da spizzicare e non rischiare di rimanere a bocca asciutta.
E così, dopo aver controllato cosa ci fosse in frigo mi sono accorta che stranamente mancava il burro!! E ora? Panico durato pochissimi istanti e scena da film di Hitchicok (si scriverà così?!) .. mi sono ricordata di aver fatto una volta, qualche decennio fa, la "pasta matta, senza burro ma solo farina, acqua, sale e olio.
Così ho messo subito le mani in pasta, anche perché non avevo voglia di mettere in moto l'impastatrice e ho formato un bel panetto, da fare riposare in frigo per una mezz'oretta.
 
Ho usato, per la pasta, 200 gr di farina - 150 gr di acqua fredda - qualche cucchiaio di olio evo - qualche pizzico di sale - una macinatina di pepe fresco.
 
Ho impastato velocemente gli ingredienti, formato il panetto e avvolto in pellicola.
 
Durante il riposo della pasta ho preparato il ripieno con: ricotta, speck rosolato in padella, radicchio anche lui rosolato in padella, un uovo, parmigiano, sale, pepe e noce moscata.
 
Ho formato dei dischetti di pasta matta stesa sottile, farcito con un cucchiaino di ripieno, chiuso a panzerotto aiutandomi con una forchetta per sigillare bene i bordi e fritto in abbondante olio.
 
Gnamme!
 
 
 
 

sabato 2 novembre 2013

Torta paradiso a modo mio

 
 
Oggi ho mal di gola e mal di orecchio, tutti dicono che sia una giornata calda, addirittura c'è chi è andato al mare. Sarà il raffreddore, ma io, infreddolita, avevo voglia di una calda e dolce coccola. E così, nonostante mi sentissi poco in forma, ho messo in moto il Kenwood e in pochi minuti ho preparato questa piccola golosità. Una torta sofficissima, dal gusto delicato e una consistenza scioglievole al palato, come dicono in una pubblicità! Sarebbe stata perfetta se l'avessi farcita con una crema bianca, ma sono troppo golosa e così ho usato mascarpone e nutella!!!
Vi scrivo la ricetta e torno sotto il plaid, con il mio dolcino e una calda tisana al limone e fiori...se la provate fatemi sapere cosa ne pensate!
 
Per una teglia da 26 di diametro, per ottenere lo spessore di quella in foto, per una torta più alta va bene quella da 22
 
230 gr di farina 00
200 gr di zucchero
3 uova
180 gr di zucchero morbido
una bustina di lievito per dolci
vaniglia o estratto di vaniglia
6 o 7 cucchiai di latte
un pizzico di sale
 
Montare le uova con lo zucchero, aggiungere il burro a temperatura ambiente e continuare a montare. Incorporare la farina, la vaniglia e il latte, fino ad ottenere un composto sodo, non deve essere liquido. Versare nella teglia e livellare con un cucchiaio. Infornare a 180° per 30-40 minuti.

venerdì 1 novembre 2013

Caldarrosto o caldarroste?

 
 
A parte il dubbio linguistico, in questo momento sono lì, nel camino, nella classica padella forata a sprigionare il loro odore per tutto il salone ... odore che è sì piacevole ma che mi fa fare non so quanti starnuti e lacrimare gli occhi!!!!
Si tratta dei marroni.
Eh sì, avete capito bene, proprio i marroni e non le "comuni" castagne, marroni che dalle mie parti sono una rarità, quelli davvero buoni intendo.
Sì, ora sto facendo l'intenditrice e la sciccosa ma sino ad un po' di tempo fa non sapevo la differenza tra castagna e marrone. Credevo che fosse una questione solo di dimensioni e invece no: la castagna è il frutto dell'albero selvatico di castagne, il marrone è il frutto dell'albero coltivato. Il marrone ha caratteristiche ben precise per quanto riguarda la forma che è più tondeggiante rispetto alla castagna, in quanto il riccio può ospitarne solo uno. La buccia è sul rosso-marrone, comunque più chiara rispetto alla castagna comune, la polpa più carnosa e ha una maggiore percentuale di zuccheri, cioè è più dolce.
Prima di sapere tutte queste cose, preferivo i marroni alle castagne proprio per la loro carnosità e il gusto zuccherino.
Certo, come tutte le cose buone, le castagne non sono proprio dietetiche, contengono infatti carboidrati molta vitamina B6, inoltre possono provocare delle coliche, quindi occhio a non esagerare!!!!